A.D. Ianuarii XV, MLXXXVI Fra’ Astolfo si aggira tra le stanze fredde dell’abbazia di San Vito alla ricerca del Priore, consapevole che anche a quelle latitudini, i mesi invernali possono essere gelidi come nella sua patria natale, quella Svevia che ha lasciato ormai da ben quattordici anni, seguendo il percorso del monaco benedettino Menazio che, morto in odore di santità qualche anno prima, aveva condotto lui e altri pellegrini fino a Roma, e da lì poi in quelle belle terre comprese tra pianura e mare. La loro comunità benedettina era subentrata a quella basiliana, allontanati anni prima dai Normanni che, arrivati in Puglia, avevano conquistato quelle terre scacciandone i Bizantini, ai quali i basiliani erano indiscutibilmente legati. E anche se si trattava di politica (e, con questa, l’umile fra’ Astolfo non voleva avere niente a che fare), la possibilità di avere un tetto sulla testa, mura possenti per difenderlo e una chiesa nella quale racchiudersi in preghiera, gli dava un senso di serenità dopo tanto peregrinare... (segue)